Adulti

Un adulto che intraprende un percorso di psicoterapia ha voglia di mettersi in gioco, di sollecitare un cambiamento, per se’ e/o per il suo contesto di riferimento. Si tratta un cammino che potrà consentirgli di acquisire progressivamente una maggiore consapevolezza, anche per imparare nuove modalità di narrazione: di se’, delle sue premesse, del proprio copione di vita personale e familiare.

E’ come un allenamento, si impara ad attivare nuovi “sguardi”, che aprano alla possibilità di esercitare altre scelte, che un po’ fanno paura e un po’ allettano.

E non c’è garanzia di linearità in tutto questo: io lo anticipo all’inizio di ogni percorso, equilibrista e rassicurante o provocatoria e divergente, come la si voglia leggere!

Perché il cambiamento è un percorso più che complesso: si può cadere e ci si può rialzare più volte. E’ un po’ come quel vecchio vestito a cui si è tanto affezionati: capita di ritornare ad utilizzarlo, di aver voglia di indossarlo ancora. Cambiami, ma non cambiarmi, è un po’ quel messaggio paradossale che mi arriva così spesso, più o meno implicito: perché è difficile disporsi a percorrere nuove strade.

Eppure... io sono lì, a condurre la terapia innanzi a chi è il massimo esperto di se stesso e a vedere tutti i piccoli grandi passi che vengono intrapresi, slanci fatti quasi corsa e poi rallentamenti e poi cadute improvvise: riconnoto positivamente, laddove necessario, e legittimo emozioni e agiti inconsueti, ma che possono trovare un nuovo senso. Anche, e soprattutto, insieme.