Pezzi al femminile. Che guardano verso Marte

Ci sono uomini sornioni a cui piace passarci un foglietto per volta. Centellinano, ci fanno sempre un po’ stare col fiato sospeso.
 
Ci sono uomini ambigui, dei quali da un lato sentiamo che ci possiamo fidare completamente, dall’altro siamo sempre sul chi va là, guardinghe: sorridiamo, ma con tutti i denti ben in mostra.
 
Ci sono uomini che ci fanno perdere. Da poco una paziente mi ha detto: ‘mi guardo allo specchio e mi sembra di non riconoscermi, perché ciò che vedo nell’immagine riflessa non è quel che ho dentro di me.’
Non è necessariamente qualcosa di negativo: può essere anche legato all’immaginifico, allo stupore, al trovarsi meglio di quanti si pensi! Comunemente tendiamo a commettere l’errore di sottovalutarci, di non vederci realmente con tutte le potenzialità che abbiamo. Oppure no, l’immagine esteriore è peggiore di quello che sappiamo avere dentro: e allora? Allora bisogna tirarla fuori. Allora ne vale la pena.
 
Ci sono uomini ambivalenti: bianchi da una parte e neri dall’altra. Ma se scaviamo un po’ possiamo anche scoprire che non necessariamente il bianco è luce, il lato positivo: magari ‘quel’ bianco è la parte che non ha confini, che non ha una forma ben definita, che non ha regole. Quella parte un po’ ipocrita, che si astiene volutamente dal prendere qualunque decisione, che si astiene volutamente dal prendere qualunque posizione. E il nero? Il nero è la vecchiaia, ma la vecchiaia bella, saggia, profonda. Impariamo a giocare con i ‘nostri colori‘, con le nostre idee preconcette, con quelle prospettive che sembrano scontate.