Regina? Principessina? Contessina? Ma come pesa quello scettro!

Una terapia con una donna bella, con un'intelligenza vivace, un buon lavoro, una buona consapevolezza di se'. Eppure una gran fatica a gestire le sue 'regole interne' nell'ambiente domestico, i doveri - suoi, del compagno - i diritti reciproci. 

Da poco ho ripreso un libro della Koch in cui si trattava, tra gli altri, il tema della donna e della casalinghitudine. Mi vien da sorridere, ma penso ci sia, ahimè, un bel fondo di verità. Io mi ci ritrovo, in ogni caso.
Donne e casalinghitudine, si diceva: non come mestiere, ovvio, ma proprio come modo di STARE nell’ambiente-casa. Il succo ve lo riassumo qui: noi donne facciamo una gran fatica a pensarci come detentrici di possibilità semplici e fondamentali dentro le quattro mura, per dire, su tutte, un TEMPO e uno SPAZIO solo nostro. E il bello è che diventiamo delle furie con questi uomini perlopiù disordinati, ingombranti, fannulloni, che non trovano mai niente, che non si accorgono mai di quello che serve, che quando fanno la spesa hanno bisogno che gli si dica tutto (e poi anche di ricordarglielo!), che in casa combinano un sacco di guai, che bevono e lasciano tazze e bicchieri in giro, a caso, che se ci fanno il dono di cucinare la cena poi tutta la cucina è in disordine che manco ci fosse entrato l’esercito di Masterchef e relativi congiunti, che adesso van così di moda. Eppure loro sì che sono bravi di ‘abitare‘ liberamente la casa. Di fruirne pienamente, di piegarla ai loro comodi. E... tatatadan: hanno ragione loro! La casa giusto a questo serve: deve accogliere, deve abbracciare, deve dare permessi e possibilità. È come se noi non sapessimo ‘giocare‘: e allora diventiamo acide, nervose, tiriamo fuori delle scuse per rovinare agli altri un divertimento da cui ci sentiamo respinte. Uuuh, se siamo dei pacchi, noiose e rompipalle.

Ascoltavo la paziente (che, tra parentesi, adoro) e risuonavo con lei, nel bene e nel male: il potere terapeutico di una terapia che (auto)cura. Capita anche questo, ed è uno degli aspetti più belli del mio mestiere.

Basta, dai: prendiamoci il nostro pezzo di responsabilità e ripartiamo da qualcosa, chessò, un’alternanza di qualche genere... qualunque esso sia! Promesso?

(ndr. in foto eccomi in un momento di casalinghitudine estremamente soddisfatta: il mio primo salame al cioccolato. Più buono che bello, ca va sans dire!)