2023: tre settimane estive in UK, Bristol & co.

“Una casa non è un semplice rifugio temporaneo: la sua essenza risiede nelle personalità delle persone che la abitano.”

(H. L. Mencken)

 

Amo viaggiare con AirB&B e se possibile abitare per il mio periodo di vacanza, sia in Italia sia all’estero (meglio ancora se all’estero!) nella casa di qualcun altro: assaporarne pezzettini di vita, gli armadietti della cucina, i quadri, i tappeti, i colori scelti, la luce che entra dalle finestre.

Mi preparo per il viaggio leggendo e infornandomi sulle guide, su internet e soprattutto sulle cose, quelle ‘normali’, perché in fondo resto pur sempre una turista, e quelle particolari che si possono fare nel luogo in cui andrò. Ma mi piace anche lasciare un po’ al caso, tenere un tempo tutto mio per perdermi: perché in fondo solo così significa essere predisposti all’avventura. Lasciarsi andare. E stabilire nuove relazioni con le persone, con i luoghi, persino con il cibo.

Il bello di collezionare ricordi, all’arrivo, durante, alla partenza. Da tenersi addosso, qualsiasi cosa succeda.Dovunque vado mi adatto e mi adeguo, rispetto la cultura e le tradizioni del luogo, senza invadere gli spazi e le abitudini delle persone del posto. Un mio must.

Quest’anno abbiamo scelto come meta il Somerset, England: Bristol. Che poi che sia realmente Somerset è da studiare con il righello, le cartine inglesi sono complicate, ma mi piace pensarla così. Somerset deriverebbe da summer set, ossia terre abitate solo d'estate, poiché d'inverno inagibili perché bagnate, inondate, rendendo così plausibile l'ipotesi storica che migliaia di anni fa si trattasse di un'isola.

Il Regno Unito non ha un costo della vita particolarmente alto. Non più del Nord Italia, intendo. Londra è un caso particolare. Ho visitato altre città, tra cui Liverpool eManchester e nessuna è così cara e pretenziosa. Per dire, Londra ha un salario minimo più alto rispetto al resto della nazione eppure risulta comunque basso.

Gli inglesi sono strani, pazzi come il loro meteo: io amo incondizionatamente incrociare la local people per le strade, sul bus, al supermercato.

(A proposito di tempo pazzerello: questo è un ottimo sito per il meteo in UK: https://www.bbc.co.uk/weather/2654675)

Un po’ di spunti di viaggio se passate da Bristol. Nota: chiude tutto molto presto, chiese, negozi, cucine dei pub: dalle 17/17.30 in poi, almeno. Quindi pay attention se dovete programmare delle visite.

15 cose da fare in qualche giorno, meglio ancora se in una settimana.

 

1. Passeggiare per il Bristol docks, lungo il fiume Avon, ‘the river river, come lo chiamano loro. I floatingharbours mettono le barche colorate in sicurezza. Anche per i gatti che ci girano sopra felicioni.

 

2. Trovare sull’harbour la statua del mitico Giovanni Caboto, che qui chiamano John Cabot (che mi fa riderissimo), navigatore genovese, noto per aver continuato l'opera di Colombo e arricchito la città, a cui questi mattacchioni inglesi hanno dedicato qualsiasi cosa: a statue, an academy, a court, a tower.

 

3. Assaporare un the con vista all’Arnolfini Cafe Bar.

 

4. Visitare la Bristol Cathedral, con i soffitti a volta e il romantic garden pieno di tombe pittoresche, fiori e piante officinali.

 

5. Fermarsi a ‘The Old Duke Pub nel cuore della città, uno dei nostri preferiti, con le migliaia di birrette che volano in una giornata di sole.

 

6. Pranzare a St. Nicholas Markets, uno spazio coperto in stile georgiano: great mix di bancarelle, negozietti e gastronomia.

 

7. Approcciare uno street art tour, che sia organizzato o meno. Noi abbiamo fatto entrambi, ma ho preferito il Banksy-walking-ride senza una guida, che così è anche più divertente. I graffiti che siamo riusciti a vedere:

 

‘You don't need planning permission to build castles in the sky'
‘The Girl with the Pierced Eardrum’
‘Cat and dog’
‘Mild Mild West’
‘Well Hung Lover - also called Naked Man Hanging From Window’.

Occhio che talora sono nascosti e disseminati per la città, per cui dovrete armarvi di scarpe comode, santa pazienza e magari prevedere spostamenti con un bus o differenziare i giorni.

 

8. Prevedere una tappa da Currys, il charity-vintage shop in Cabot Circus dove ho lasciato occhi e cuore e 50 pounds per un numero spropositato di gonne, vestiti, una giacca, una pochette, un cerchietto. 

 

9. Salire i 106 gradini della Cabot tower, centodue metri sopra il livello del mare, for the greatest Bristol’s view.

 

10. Esplorare la zona nord: dal Christmas Art Quartier alla street art a Stokes Croft, un pezzo di casa per Banksy. I murals sono ovunque, in continuo movimento, impossibile mapparli, chissà se resteranno così tra un mese, un anno. La bellezza di camminare in mezzo ai muri colorati di un quartiere così divertente, così fuori di testa, eppure così safe. Letteralmente imperdibile, per me un po’ l’anima della città.

 

11. Perdersi in Gloucester Road, la naturale continuazione di Stokes Croftindie, stravagante e bohémienne, piena di negozietti vintage, ovviamente gli immancabili charity shops, caffè e cucine etniche di tutto il mondo. Lovely.

 

12. Non farsi scappare Clifton, il quartiere residenziale posh-chic di Bristol, con l’Università e il Museo Nazionale. E le sue case colorate sulla collina, che son talmente belle che cammini col naso all’insù passeggiando lungo il fiume e godendone la vista

 

13. Porseguire fino al Clifton bridge, il famosissimo ponte sospeso, con annesso giretto sulla collina dell'Osservatorio.

 

14. Gironzolare per Fishponds. Un quartiere residenziale suburbano con i suoi caffè così easy to live, con il loro tempo morbido; le casette indipendenti con il quadratino incolto di erba davanti; le persone un po‘ stropicciate che escono in strada in tuta e ciabatte: la comunità e la vita che ci passa in mezzo. Le cose british che mi piacciono di più, insomma.

 

15. E se capitate nel pieno del mese di agosto è assolutamente imperdibile il Balloon festival! Noi siamo stati decisamente fortunati!

 

La cosa bella di Bristol, oltre che avere un aereoporto (dio, quanto vorrei vivere in una città con l'areoporto!), è la possibilità di muoversi facilmente col treno per raggiungere altre mete.

Nota: i treni che abbiamo preso sono sempre stati precisi,puntuali ed efficientissimi, ottimo livello qualità/prezzo, come tutta la rete di trasporto su strada. Conviene sicuramente l’abbonamento settimanale per i bus.

In treno siamo stati per ben due volte a Bath (che dista solo 15 minuti), una volta per girarci bene la cittadina e incontrare degli amici, l’altra per visitare con tutta calma, due ore circa di tour con audioguida, le note terme romane (che abbiamo prenotato online il giorno prima).

 

Bath è l’unica città del Regno Unito dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.  

Le Bath's Roman sono uno degli elementi che l’hanno resa famosa come 'Outstanding Universal Value'.

Oltre a queste, che metto assolutamente in cima alla 10 cose da fare a Bath, meritano:

 

1. Il Pulteney bridge, ispirato al Ponte Vecchio di Firenze.

 

2. Il Parade garden per una passeggiata nel verde.

 

3. La Great Pulteney street, di sapore francese.

 

4. L’elegantissimo Royal Crescent.

 

5. La cattedrale, che loro chiamano The Abbey.

 

6. The Hall and Woodhouse for a typical modern britishlunch, vicinissimo alla cattedrale.

 

7. Un cream tea e un caratteristico Bath bun fatti come si deve, noi l’abbiamo preso in pieno centro, presso la caffetteria/sala da tea Bath Bun. Ottimo!

 

8. Una visita alla casa-museo di Jane Austen, che ha soggiornato qui per un periodo della sua vita.

 

9. Una birra in uno dei pub più vecchi e caratteristici della città, per camminare un po’ fuori dal centro e vedere anche nuovi bellissimi scorci: The Star. Noi volevamo anche cenare, ma la cucina era chiusa.

 

La seconda gitarella in treno che ci siamo concessi è stata nella capitale del Galles, a Cardiff (50 minuti circa di treno che son volati via lisci lisci). Un po’ sonnacchiosa, non ci ha particolarmente colpito, ma può valere la pena un giretto in giornata, vista la vicinanza.

Da vedere:

 

1. Il Castello di Cardiff, immancabile fortezza medievale.Noi in giornata non siamo riusciti a fare il giro all’interno, troppo dispendioso come tempi.

 

2. Il Cardiff Market, al riparo di una struttura in vetro e acciaio. Ci si trova di tutto: dai libri di seconda mano, alla gastronomia locale. Vale una tappa pranzo, assolutamente. Scones impastati e cotti al momento: l’unico posto in cui siamo stati costretti a pagare by cash, benedetti ‘sti gallesi.

 

3. Il Bute park.

 

4. La via centrale dei negozi.

 

5. Il tempio del rugby: il Cardiff Principality stadium.

 

6. Tutta la zona portuale, la arte della città che abbiamo trovato più vivace: la Mermaid Quay e la Cardiff Bay.

 

7. Il Wales Millennium Centre, bellissimo fuori e da visitare dentro. Easy to live, anche solo per una sosta scarica gambe, per ricaricare il cellulare e rifocillarsi con un caffè.

 

8. La piazza dedicata al mio adorato Roald Dahl, nato qui e dove rimane una lastra dedicata.

 

Gli ultimi cinque giorni abbiamo noleggiato un’auto in aereoporto, diciamo che si fanno perdonare la guida a sinistra con la benzina che costa un po’ meno rispetto all’Italia e l’autostrada gratis

 

Intanto ci siamo girati un pochino il Devon, una meraviglia di territorio verdeggiante.

 

. Abbiamo scelto l’Exmoor national park (circa ad un’ora e mezzo da Bristol), che si estende tra il Somerset e il Devon.

Incantevole la brughiera, con le mucche al pascolo, le colline da sogno, i paeselli da film.

Tappe a Minehead, Porlock, Exford, dove abbiamo passato la notte al The Crown Hotel, uno dei pub più classiconiquando pensi allo stereotipo della campagna inglese. Lovely dinner and breakfast, camere cozy e romaticissimotartan ovunque.

. Abbiamo fatto una tappa verso sud-ovest, per raggiungere il mare: presa la strada per Clyst St. Mary, sosta alla Greendale Farm e da lì siamo scesi fino al villaggio di Budleigh Salterton, per un fish and chips sul mare. Il tutto in un paio d’orette. Cabine colorate sulla spiaggia che sembravano acquerelli e un mare rosseggiante per le rocce porose che vengono tirate dentro dal movimento delle onde.

Nel pomeriggio, percorrendo la Jurassic Coast, che vale da sola solo per gli scorci incredibili, ci siamo spostati a Sandy Beach, Extmouth e poi ci siamo regalati un giretto nella cittadina di Exeter (meritano la solita cattedrale, con un bel prato verde davanti, The Quay e Gandy street, da cui pare si sia ispirata Diagon Alley). Sosta in un pub per una cena veloce, dovendo poi rientrare a Bristol: abbiamo scelto l’OldFairhouse che faceva una discreta homemade pizza - giuro, senza saperlo, ma che non abbiamo disdegnato. E poi le solite birre da urlo.

 

Gli ultimi due giorni siamo rimasi nel Somerset.

 

. Abbiamo visitato Stonehenge, l’imponente cromlech («circolo di pietra», dal bretone), composto da un insieme circolare di pietre, i cosiddetti megaliti, sormontate da architravi orizzontali di collegamento. Uno dei più antichi sistemi trilitici conosciuti.

Un sacrario, un cimitero, un luogo di pellegrinaggio come potrebbe essere oggi Lourdes, per guarire i malati e gli infermi, ma l’ipotesi più accreditata pare essere quella di un antico osservatorio astronomico, attribuendo un significato particolare ai punti di solstizio ed equinozio. Chissà.

Fatto sta che è un luogo letteralmente magico - nonostante la folla di turisti - e risulta tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO dal 1986.

. Abbiamo esplorato dentro e fuori le bellissime cattedrali di Wells e Salisbury.  

. Ci siamo spinti per mezza giornata fino a Glastonbury, un paesino incredibile.

Mistico e cazzaro quanto basta, tra miti e leggende cristiani e celtici. Chi si perde tra stanze dei miracoli, sciamani e tarocchi, chi pare volersi connettere alle forze della Natura leopardiana e della Madre Terra.

Complessivamente personaggi strambi, hippies e streghettedi tutte le età, graffiti esoterici ai muri, negozi with consciousclothes for conscious women (io in pile e ginniche) odorosi di incenso e botteghe zeppe di campanelle tibetane, flauti, steel pans. Giuro che mi aspetto di vedere spuntare Prue dietro un angolo e sono pronta a dire: ‘Il Potere del Trio coincide col Mio!’.

Pensavo che almeno la mezz’oretta di climbing in collina verso la famosa Tor mi facesse respirare l’aria pulita della tranquilla campagna del Somerset. Ingenua, Tizzoni. Tanto per iniziare non mi posso sottrarre dal bere almeno un sorso alle white springs, un’acqua sorgiva che potrebbe essere legata nientepopodimeno che al Sacro Graal. Bevo, si sa mai. 

E poi una volta partiti per la salita, vedo il sentiero costellato di anime buone in salopette peruviana, gonne fluttuanti, coroncine di fiori e piedi scalzi che vogliono ritrovare il proprio se’. Conscious, loro - io che arranco nonostante le mie scarpette tecniche e la holy water in pancia. Ma se la leggenda narra che su quest'altura ci fosse il castle della Fata Morgana e che possa essere identificata con la leggendaria Avalon, dove si recavano le anime dei morti, forse c’hanno ragione pure loro. E non solo: si dice che il luogo si apra a portali e linee temporali e qui dimori lo spirito di Re Artù, sepolto con la sua Ginevra nella ancient Abbey, in attesa di tornare nel mondo dei vivi, qualora si avesse bisogno di lui (Artù eh, tiè, beccati questa William). 

Io penso che probabilmente si sia reincarnato nel tipo che suona vigorosamente il didgeridoo sotto l’arco in pietra, con tanto di ancella al seguito, mentre il resto delle groupiesdella Tavola Rotonda è in posa per una foto innanzi al Dio Sole. Uno dei posti che mi ha ‘stregato’ di più, manco a dirlo.

 

Enjoy your UK. 

 

Viaggiate

che sennò poi

diventate razzisti

e finite per credere

che la vostra pelle è l'unica 

ad avere ragione,

che la vostra lingua

è la più romantica

e che siete stati i primi

ad essere i primi

 

viaggiate 

che se non viaggiate poi

non vi si fortificano i pensieri 

non vi riempite di idee

vi nascono sogni con le gambe fragili

e poi finite per credere alle televisioni

e a quelli che inventano nemici

che calzano a pennello con i vostri incubi

per farvi vivere di terrore

senza più saluti

né grazie

né prego

né si figuri

 

viaggiate

che viaggiare insegna

a dare il buongiorno a tutti

a prescindere

da quale sole proveniamo,

viaggiate

che viaggiare insegna

a dare la buonanotte a tutti

a prescindere

dalle tenebre che ci portiamo dentro

 

viaggiate

che viaggiare insegna a resistere

a non dipendere

ad accettare gli altri non solo per quello che sono

ma anche per quello che non potranno mai essere,

a conoscere di cosa siamo capaci

a sentirsi parte di una famiglia

oltre frontiere, oltre confini,

oltre tradizioni e cultura,

viaggiare insegna a essere oltre

 

viaggiate 

che sennò poi finite per credere

che siete fatti solo per un panorama

e invece dentro voi

esistono paesaggi meravigliosi

ancora da visitare.

(Gio Evan)