La chiamano Travel therapy ed è sicuramente uno dei modi per affrontare la fine di un amore, la perdita di una persona, un licenziamento. Viaggiare è scoprire il mondo, nuove culture, nuove abitudini: fare i conti con la propria zona di (dis)comfort e magari provare a superare i propri limiti.
Qui trovate solo un pezzo più recente dei viaggi che ho avuto il privilegio di poter fare in Italia e nel mondo; su tutti mancano il Canada, sia la parte Ovest sia la parte Est, la città di New York, un giro del Messico, buona parte dell’Australia e della Polinesia. E diverse capitali italiane e europee. Poi ce ne sono certamente altri, disseminati qua e là, di cui conservo traccia nel cuore nella pancia, ma non tra le pagine di questa sorta di diario virtuale.
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Un viaggio epico, che ci porterà a toccare Colorado, Arizona, Utah, Idaho, Montana, New Mexico e Wyoming, percorrendo un percorso pressoché circolare che partirà e si concluderà a Denver.
Quest’anno è andata così. Mille motivi e mille contingenze hanno portato me e due carissimi amici a condividere a tre un viaggione stupendo nella quindicina “calda” del mese di agosto, tra il 5 e il 20. Obiettivo: esplorare la poco conosciuta (già, forse troppo poco…) regione dei 4 corners: Great Plains and Rocky Mountains – con un passaggio nel South West per visitare la Monument Valley e il Bryce Canyon.
Solo due alberghi prenotati dall’Italia, ma un itinerario ben costruito, per dormire ci affideremo perlopiù a locations estemporanee in paeselli della zona, senza essere troppo rigidi. E l’idea è stata ottima perché ci ha concesso di settarci su tempi, stanchezza, eventuali ritardi.
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L’Islanda era una meta che sognavo ardentemente. O meglio: il mio sogno più grande da sempre era vedere una balena. Me la son poi persino tatuata, figurarsi.
Qui la maggior parte della popolazione vive a Reykjavik, cittadina che ho trovato incantevole, murales, pub tradizionali, baretti in legno colorati, tanto verde, bambini biondissimi, paffuti e sorridenti, ma occorre percorrere più di 2.000 km per goderne appieno delle sue bellezze, lungo la mitica Ring Road, che gira come un anello lungo 1.300 km attorno all’isola. E talora l’abbiamo abbandonata per raggiungere l’interno del paese e la zona dei ghiacciai.
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Parto in un caldo agosto (là sara inverno) per un paese che mi ha sempre incredibilmente affascinato, il terzo per estensione del Sud-America dopo il Brasile e l’Argentina.
Un gruppo di sconosciuti con cui dividerò questa quindicina di giorni e zaino in spalla: visiteremo tutti i siti imperdibili per chi vede il Perù per la prima volta; troverò una grande varietà di paesaggi, dalle aree desertiche e le oasi delle regioni costiere, alle vette della regione andina.
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La Scozia delle pecore, dei prati verderrimi, delle quattro stagioni in un solo giorno.
La Scozia degli arcobaleni e degli unicorni.
La Scozia dei castelli e delle mille leggende.
La Scozia del tartan e del malto.
Gli inglesi hanno lo Yorkshire pudding, gli scones, le pies dolci o salate.
Gli scozzesi hanno lo haggis: e questo dice tutto. Solo nelle Highlands sono in grado di digerire un pasticcio fatto di stomaco di pecora e riempito di interiora.
Però. Questi saranno anche degli omaccioni vichinghi, ma in riva a un Loch con la loro barchetta... gira che ti rigira finiscono tutti per essere dei gran teneroni.
Preparatevi solo ad avere scarpe e abbigliamento impermeabile, non serve aprire l’ombrello, troppo vento!
E poi sempre un simpatico k-way a portata di mano (… ah, e un balsamo per capelli anticrespo!). Sole e nubi e acquazzoni improvvisi e poi l’arcobaleno all’orizzonte, il clima più pazzerello che potrete immaginare (loro lo chiamano ‘interesting weather’!).
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Un ponte di primavera trascorso con un'amica in tour a Marrakech e Essaouira.
Il mio Marocco: blu e giallo e rosso e arancione.
Non sono un’appassionata della contrattazione, ma qui ho dovuto imparare... si fa sul serio!
La vita nei souk è una giostra mirabolante di gioielli berberi e divani di velluto, tavoli arabeggianti e specchi, tessuti e pendagli, cornici e babbucce, lampade e caftani. E poi profumi, oli, medicamenti, unguenti per incantesimi (magici?).
Consiglio: infilare una borsa in più nel trolley, impossibile non cedere alle meraviglie da mille una notte, tornerete più sicuramente pesanti, ma molto, molto più leggeri. Non so se rendo l’idea, ecco.
Io sono stata durante le vacanze pasquali, clima mite, perfetto, ho alloggiato all’interno delle mura della città con un’amica, siamo state servite e riferite da un autista che c’ha accompagnato in giro: ottima scelta per viaggiare sicure, ad un prezzo assolutamente convenientissimo.
E per il tour della città ci siamo scelte una guida locale, che parlava molto bene l’italiano.
Marrakech
Da fare:
. Recita la mia Lonely che la Medina di Marrakech è stata dichiarata dall’Unesco Capolavoro
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Il mare caldo di Pinarellu e l’acqua gelida della Restonica.
Le spiagge: la sabbia bianca e quella nera.
Il fiume, il lago, le pinete ombreggiate e le cime delle montagne sullo sfondo: ma manco in un disegno dei bambini!
L’odore buono della macchia mediterranea: Napoleone diceva che avrebbe riconosciuto la sua isola anche ad occhi chiusi, solo dai profumi.
Le capre, le pecore, i tori, i vitelli e le mucche al pascolo.
Il mezzobusto di quella buonanima di Paoli, ‘babbu di a patria’, in ogni piazza.
Il brocciu salato che questi francesi del sud infilano nella qualunque.
Quel meraviglioso fiadone a fine cena.
La farina, la birra, la marmellata e il gelato di castagne.
Le pain au chocolat.
Le fromage de chèvre che ho risparmiato solo al mio cappuccino.
Le crêpes, ovunque e comunque.
I cappelli di paglia.
Le U dappertutto, anche quando non te l’aspetti.
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Meno di una settimana: troppi pochi i giorni. Non ho vissuto nulla della controversa questione dei territori palestinesi, se non l’odore vagamente percepito, ma da lontano.
Visitate entrambe con un’amica nei giorni di fine anno, clima ideale per le escursioni e per girare moderatamente leggere, con felpetta/giacchino serale a portata di mano per l’escursione termica quando cala il sole.
Uno dei posti più incredibili che io abbia visitato e portato con me, culturalmente, interiormente.
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La magia delle leggende locali mi acchiappa sempre un sacco. Si dice che i piccioni sulla Rynek Glówny siano cavalieri che vennero trasformati in uccelli a causa del debito che il loro signore aveva contratto con una strega e che non era riuscito a restituire. Ecco perché gli uccelli non vengono cacciati dalla piazza medievale più grande d’Europa. Forse la più bella mai vista fino ad ora. Comunque nelle top five, ecco.
Cracovia girata nel lungo week end di Capodanno è giovane e fluida, va giù bene come la sua birra ambrata, piena di cose da fare e da vedere, piena di luci, di pub, di localini e di atmosfera, piena della cultura studentesca che la vive.
E poi ci sono pezzi di vita del Papa buono, e poi c’è il ragazzo della bancarella dei pierogi che si sposa e deve comprare il vestito, e poi qualche tocco di allegro kitsch russo.
Mi porto a casa il profumo dei bagel al formaggio, lo stinco con le patate e il vin brûlé alla cannella. E quando il naso inizia a diventare rosso per il freddo, una tazza di cioccolata bollente e una fetta di Wadowicka kremówka papieska. Cześć.
Da fare:
Una visita in pullman di un giorno ad Auschwitz; un pugno nello stomaco, non il
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I catanesi si definiscono ‘pura marca elefante’. Sono calienti e fumantini come il gran vulcano che sta lì, maestoso, all’orizzonte: un po’ vigila, un po’ minaccia.
Arrustano e mangiano. E come e cosa mangiano! Perché in fondo c’è ben poco altro da fare in questa vita: come diceva il loro Luigi, celeberrimo conterraneo regionale, ‘siamo tutti pupi.’
In tre giorni è visibilissima, con l’inizio giugno ancora meglio, non c’è quel caldo insopportabile e si gira che è una meraviglia, se si noleggia una macchina si può pensare di allargarsi un po’ anche verso le parti periferiche e i paesini circostanti, su tutti Acitrezza e gli imperdibili faraglioni di Acireale. Io l’ho fatto e ne è valsa la pena!
Inframmezzando il tutto con pause enogastronomiche, ad esempio con un arancino croccante o una pasta col trito di pistacchi e dopo l’imperdibile giro pittoresco al mercato del pesce, vi consiglio di visitare:
. l’anfiteatro romano
. la piazza con l’elefantino e il Duomo di Sant’Agata (bellissimo salire sul campanile e godersi la vista della città dall’alto!)
. il corso principale e i vicoletti circostanti
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Un itinerario articolato in moto: nel pre-partenza sono state calcolate meticolosamente le distanze e, a parte gli spostamenti tecnici che sono serviti per oltrepassare il confine con la Francia, andata e ritorno, abbiamo stabilito almeno sempre due notti in ogni posto, perché in moto è un po’ complicato togliere/fare e disfare le borse ogni volta (... e siamo diventati vecchietti per vacanze troppo on-the-road!).
Volutamente lasciate fuori le città grandi (Nizza e Marsiglia), anche se praticamente ci siamo passati in mezzo; secondo me meritano una visita a se’ e non un giorno così, solo di passaggio.
Ecco qui un elenco delle tappe principali (i giorni sono indicativi, rappresentano le soste principali, di base ci siamo sempre fermati due o anche tre notti, per cui non considerate realmente 10 giorni, ma almeno 17!):
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I 28 gradi all’atterraggio e vedere correre Tenerife dai vetri del pandino bianco hanno contribuito a far fluire un’arietta rinnovata, morbida e pulita, una nuova linfa. In un mondo ancora semi-bloccato dal Covid e dai contagi crescenti di fine anno.
I tramonti arancioni, quel blu profondo di cielo e mare, i piedi sui sassi neri bollenti, gli spruzzi pieni di iodio, gli inglesi con i faccioni color aragosta, i surfisti, i villaggi autentici, con solo una manciata di abitanti. I galletti che scorrazzano liberi tra le palme, i cactus, l’agave, il cardón e tutte quelle pianticelle verdi così saldamente attaccate alle rocce. I fari che sfidano i venti.
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Un viaggio unico, sorprendente, vivace, accaldato.
Una descrizione sommaria delle cose principali visitate o più o meno da vedere. Sommaria perché c’è stato molto di più: ma una parte è rimasta raccolta nella mia macchina fotografica, una parte negli occhi… e una parte nel cuore :)!
Vi tratteggio quindi solo un itinerario di massima, autonoleggio in 4 amici, guida a sinistra perché l’isola è stata colonia britannica.
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Visti i noti costi proibitivi, noi abbiamo optato per un Airbnb e ci siamo portati la spesa da casa; in più abbiamo avuto la fortuna di trovare un ponte dei santi incredibilmente tiepido, così che a pranzo riuscivamo a mangiarci un panino all’aperto e a fare solo una sosta nel pomeriggio per una bevanda calda e una fetta di dolce (fatta eccezione solo per una raclette, una goduria di formaggi fusi tipica del luogo!).
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Qualche notizia di carattere generale per visitare Manchester, la città dell’ape e quella dei liver
birds, da cui Liverpool prende il nome.
La vita a Manchester e Liverpool è economica e costa più o meno come in Italia (e non sto
intendendo il carovita che ha Milano!): prezzi assolutamente abbordabili per mangiare e spostarsi,
niente a che vedere con Londra!
E non va dimenticato che musei e biblioteche spesso sono belli, ricchi di cultura, incredibilmente
accoglienti e completamente gratuiti!
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Stanziale in una casa a Bristol, mi sono mossa da lì per qualche viaggetto in treno e noleggiando per cinque giorni un’auto… Provare per amarla!
Adorata la mia Inghilterraaa!
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Il Giappone è un Paese stupendo, ma veramente complesso - e le cose belle hanno bisogno di tempo per essere capite. Inverosimile: così antico, così moderno, così perfettamente bilanciato. Una mentalità completamente diversa dalla nostra, il che può valere per ogni luogo nuovo che si visita, ma davvero: qui in modo particolare.
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Quattro giorni, tre e mezzo per l'esattezza, considerati gli spostamenti ed i voli, da trascorrere a Parigi in un week-end di fine inverno.
Non era la mia prima volta nella grande ville dalle tanti luci, ma mancavo da dieci anni. Bella lo è sempre: di quelle città, come Londra e New York, che potrei rivedere altre cento volte.
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Tre giorni di primavera nella città ad oggi più in voga del Portogallo!
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Una settimana passata a girare in un van attrezzato le nostre beneamate Dolomiti!
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