Teen’s privacy 2.0

Non mi stancherò mai di dirlo perché ci sono delle cose che i genitori devono sapere. E che magari le sanno già, ma meglio ripetere e tediare un po’.
Ci sono cose che ai genitori non si devono dire. Non lo facevamo noi e non lo dovrebbero fare i nostri ragazzi.
 
Al genitore può essere riferito un cenno, come se fosse il titolo. Ma bisogna far sì che i ragazzi non leggano ad alta voce tutto l’articolo personale di certe esperienze. Non so se riesco a rendere la metafora: il primo bacio o il primo rapporto si possono raccontare ad un’amica, ad un professionista o si può narrarne diffusamente su un diario, cartaceo o virtuale che sia. 
Ma non facciamolo diventare oggetto di sollecitazione morbosa intorno al tavolo serale, magari davanti alla TV accesa. Ci sono degli spazi nel percorso di crescita che possono (e dovrebbero!) rimanere intimi.

Poi chiaramente ogni famiglia è un contesto a sé e si crea un po’ internamente le proprie regole. Attenzione però: i genitori autorevoli devono sapere dire dei no, anche se vogliono essere più presenti di quanto siano stati i loro genitori nel passato. Il punto - e il filo (sottile ma non troppo) - è quello di stare in un bell’equilibrio: non essere amici, ma confidenti, non essere despoti autoritari, ma neppure troppo democratici. O il rischio è quello di creare dei modelli che possono sembrare, vista da fuori, ambivalenti.

Gli amici ci sono e restano là fuori, di mamma (e di papà) ce n’è UNA. E già la fatica è tanta nell’ottemperare quel ruolo, senza doversene accollare altri. O no?!