Perché non sei tu "a-normale", ma quel che hai vissuto

Un’estate ancora incerta. Una fase (ma ormai siamo alla 3?!) che (un po’, a volte) ci fa fare ancora fatica. O forse sono i postumi della fase 1, che ancora non ci siamo scrollati proprio del tutto. 
Le risposte allo stress possono essere molteplici. Leggi qui qualche riflessione che potrebbe farti sperimentare un modo diverso di ‘stare’:  

- prenditi il tempo di fermarti e di chiederti che cosa stai provando: individua l‘emozione che ti attraversa (cambiamento fisiologico, sensazione, impulso, pensiero). Accoglila ed evita di evitarla. Sembra un giochino di parole, ma è una cosa che capita spesso!

- cerca di non ingigantire le ‘normali‘ sensazioni e di non reagire in modo sproporzionato ed inopportuno ad accadimenti magari banali. Come puoi capire se stai esagerando? Prova a chiederti che cosa penseresti se quella sensazione o quel comportamento venisse espresso da un tuo caro (moglie, marito, figlio, amico...). In questa posizione, immagina quale intervento faresti per rassicurare la ‘tua’ persona del cuore e ‘prenderti cura‘ di lei!

- fai la classifica dei tuoi bisogni, oltre a quelli vitali (mangiare, bere, dormire...): che cosa metti sul podio? La sicurezza? Gli affetti e la socialità? La stima degli altri? L’autonomia? La coerenza? Quanti di questi tuoi bisogni sono veramente soddisfatti in questo momento? Di quanti riesci a prenderti cura? Con quali mezzi lo fai?

- ‘distrai’ la mente anche con attività concrete che ti appassionano e che parlano di te: passeggia, esci, chiacchiera, ascolta la musica, leggi, cucina, cura l’orto o le piante, occupati degli animali di casa... 

- continua a mettere in campo quei comportamenti virtuosi che senti ripetere  ogni giorno: metti la mascherina, mantieni una distanza di sicurezza di almeno 1 metro, lavati più spesso le mani. Più adotterai comportamenti di questo tipo, ma senza esagerare o farti sopraffare dall’ossessione, più ti sentirai protetto, rassicurato e altruista. Ed è dimostrato da un sacco di studi di psicologia positiva che altruismo, gratitudine e gentilezza alimentano un bene circolare, che ritorna indietro.

Nei momenti di difficoltà ho visto che le persone tirano fuori competenze ed energie inaspettate, come se avessero una ‘cassetta degli attrezzi‘ pronta all’uso. È vero che tutto questo si paga con la fatica che ogni crisi comporta, ma è anche una grande opportunità di miglioramento per tutto il sistema. Perderla sarebbe un peccato, basta invece creare lo spazio ed attivare le condizioni migliori perché avvenga!