Gennaio e la ripresa lavorativa: i pericoli di un mese difficile, buio e freddo

La depressione sarà la malattia più diffusa nel mondo entro il 2020 per l’OMS. Cito solo un dato sui tanti: l’ultima statistica parla di 5 milioni di italiani che soffrono di depressione, mal di testa, attacchi di panico e problemi del sonno per il troppo lavoro. L’evoluzione della tecnologia non è stata direttamente proporzionale all’alleggerimento delle condizioni dei dipendenti, che si ritrovano a fare i conti con la 'flessibilità' quando si tratta dei loro doveri, ma sui loro diritti ci si irrigidisce un tantino di più: insomma, c'è ancora un bel po' di strada da fare.
E smettiamola di pensare di trattare la depressione e i disturbi dell’umore ivi correlati come un problema individuale: rischiamo di insultare chi ne soffre, sottovalutandola e riportando frasi stereotipate pensando di aiutare chi abbiamo davanti (‘reagisci’, dipende solo da te’, ‘tutti abbiamo dei problemi’). E al tempo stesso basta alle dichiarazioni esagerate e fuori registro: ‘oggi sono depresso’, un’espressione ormai entrata nel gergo quotidiano, ma che tutto significa tranne che soffrire di un disturbo depressivo. L’umore oscilla, giornalmente, periodicamente: la vita porta a scontrarci con situazioni dolorose che nostro malgrado dobbiamo affrontare: un licenziamento, una separazione, un tradimento. Ciò non vuol dire che un singolo episodio non sia qualcosa di cui preoccuparsi, ma occorre valutare l’entità dei sintomi e le ragioni più profonde dello stato di tristezza: in un primo tempo si può allora pensare di intervenire senza il supporto farmacologico, ma avvalendosi dell’aiuto di un buon professionista, che accompagni e supporti in un momento buio.