Ditemi cosa vi aspettate da me che lo aspettiamo tutti insieme

Un progetto nuovo nuovo, un’iniziativa nata un po’ per caso, con tanto slancio creativo e moltissima volitività!

Io, ormai mi conoscete, psicologa e psicoterapeuta, da anni impegnata a supporto di singoli, coppie, sistemi familiari. Francesco, un tredicenne un po’ magico, dai pensieri veloci come la sua penna, che vede il mondo con una lucidità un po’ ironica, un po’ dissacrante e lo disegna con tutti i colori che ha.

54 anni in due: qui c’è tutto il nostro dire e rappresentare gli adolescenti attraversati dalla crisi pandemica di un anno appena trascorso che non ha uguali.

Dove i nostri corpi sono stati ammoniti: bisogna imparare ad abbracciarsi, toccarsi, condividere gli stimoli, ma stando sempre pericolosamente in bilico tra il distanziamento sociale e la necessità della libertà.

Dove si tocca il tasto dolente della scuola e della funzione di coralità che riveste, ma cercando di schermarsi da polemiche ed accanimenti infruttuosi.

Dove si esplorano scenari conflittuali tra la salute del corpo e lo star bene della mente, perché se si parla di “salute globale” non si può di certo trascurare quella mentale.

Dove si aprono delicatamente le porte di giovani anime in pena che hanno vissuto in quest’ultimo anno solitudini quasi autistiche, adolescenti che per la prima volta hanno toccato con mano la fragilità delle loro famiglie e sentito l’angoscia della morte, che subiscono l’incognita del futuro che li attende (perché lo sapete vero che i loro contratti ed i loro stipendi, ancor più se sono donne, pagheranno il prezzo più alto della pandemia?).

Dove ci impegniamo a migliorare la comunicazione e dar voce a chi vive un’età già di per se’ difficoltosa: forse il primo passo per ridurre lo stigma che ha visto per un lungo periodo i nostri giovani come quegli “untori” a cui addossare tutte le colpe.

Dove vogliamo far sentire loro che non sono soli e soprattutto non sono sbagliati.

Dove vogliamo attivare in loro l’esperienza del limite e della sofferenza, quale parte inestricabile dell’esistenza umana.

Perché i ragazzi a volte si nascondono, evitano, un po’ fanno i bulli ed ipercompensano, un po’ non sono davvero capaci di chiedere aiuto: magari, semplicemente, non gli è stato dato uno spazio o non gli è stato concesso di farlo. E così non hanno mai davvero imparato.

In questo i disegni, secondo me, possono fare molto.

Il nostro è un libro un po’ scritto, un po’ raffigurato che speriamo spalanchi occhi e cuori.

Offerta libera, a partire da 5 euro; tutto il ricavato andrà alle Cooperative l'Arco e Officine di Gutenberg che a Piacenza gestiscono Spazio4.0: una molteplicità di iniziative ed attività educative, culturali, ricreative, soprattutto rivolte ai ragazzi.

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Grazie per il tuo contributo❣

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