2019: Pasqua in Marocco

Un ponte di primavera trascorso con un'amica in tour a Marrakech e Essaouira.
 
Il mio Marocco: blu e giallo e rosso e arancione.
Non sono un’appassionata della contrattazione, ma qui ho dovuto imparare... si fa sul serio!
La vita nei souk è una giostra mirabolante di gioielli berberi e divani di velluto, tavoli arabeggianti e specchi, tessuti e pendagli, cornici e babbucce, lampade e caftani. E poi profumi, oli, medicamenti, unguenti per incantesimi (magici?).
 
Consiglio: infilare una borsa in più nel trolley, impossibile non cedere alle meraviglie da mille una notte, tornerete più sicuramente pesanti, ma molto, molto più leggeri. Non so se rendo l’idea, ecco.
 
Io sono stata durante le vacanze pasquali, clima mite, perfetto, ho alloggiato all’interno delle mura della città con un’amica, siamo state servite e riferite da un autista che c’ha accompagnato in giro: ottima scelta per viaggiare sicure, ad un prezzo assolutamente convenientissimo.
E per il tour della città ci siamo scelte una guida locale, che parlava molto bene l’italiano.
 
Marrakech
 
Da fare:
 
. Recita la mia Lonely che la Medina di Marrakech è stata dichiarata dall’Unesco Capolavoro del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità.
Qualunque cosa significhi: io dico che in queste strade si gioca la vita.
La piazza po’ mistica e un po’ violenta: gli asini e le scimmie al guinzaglio, le spezie e i tappeti colorati, le palme e i mosaici, le tatuatrici di henné e gli incantatori di serpenti. E poi i tassisti, i cantastorie, i cavadenti, i trafficoni.
E dappertutto questo profumo dolce di mandorle, di melograni, di tè alla verbena e alla menta. E il gas dei motorini sferraglianti, che si sparano come proiettili nei vicoli strettissimi. E le case perse l’una nell’altra, da scoprire come una matrioska, con i giardini segreti di palme, aranci e rose.
. Il Palais de la Bahia. Meglio se con tour guidato, almeno audioguide per ascoltare la storia di sultani e concubine!
. Le Jardin Majorelle. Dodici acri di verde, fra piante rare e cactus incombenti, laghetti, fontane e percorsi di luce e ombra. Giallo limone e blu cobalto - quel blu che non a caso porta nome dell’artista che l’ha creato, il blu majorelle. Nel 1980 il giardino fu acquistato da Pierre Bergé e Yves Saint-Laurent, che ici voleva vivre et mourir. Ha fatto l’uno e l’altro. E oggi è ancora qui, tra le sue rose. Inshallah.
 
Essaouira
 
Araba e berbera. Ventosa e profumata di salsedine. Naïf e bohémienne. Hippy, ma quanto. Non so se sono finita in Spagna, in Grecia o in un’isola del Sud Italia.
Passeggiare in spiaggia a piedi scalzi e guardare i ragazzini che giocano a calcio, con le porte improvvisate con due felpe o due zaini come facevamo un tempo.
Occhi, naso e cuore grandi così. Un incanto da non farsi mancare, l’ho adorata.
[Nel mentre: sosta da una cooperativa sociale di sole donne - olio di argan e kajal a profusione! - e l’albero delle capre, che qualunque guida locale saprà indicarvi lungo la strada].