“Anatomia di una caduta” di Justine Triet

Direi uno dei film più belli che ho visto in questo 2023: per l’intensità degli attori, la sceneggiatura, i dialoghi.
Non andateci quando avete molto sonno, perché il film è sottile e sofisticato e merita tutta la vostra attenzione.
Io lo chiamerei un thriller psicologico, e di psicoterapia e possibili diagnosi ci ho trovato tanto, anche nei tratti di personalità dei componenti di questa coppia misteriosa e inquieta.
Lei è una scrittrice di successo, lui un insegnante e uno scrittore mancato, che arranca e forse accampa qualche scusa di troppo.
Uno chalet isolato sulle Alpi francesi, un figlio cieco dopo un brutto incidente - che il ragazzino da solo merita il plauso per l’interpretazione.
Di fatto un film girato quasi interamente in quest’aula di tribunale intarsiata di un bel legno caldo, che diventa il teatro di analisi di un matrimonio, un’analisi chirurgica, ‘anatomica’: non a caso.
E fino all’ultimo non sai per chi parteggiare, o meglio: alla fine unisci tutti i puntini e ti dici che sì, l’avevi capito, sì, in fondo già lo sapevi.
Secondo me visto al cinema dà ancora un’idea migliore, un po’ come tutti eh, ma proprio questo in particolare.
Palma d’oro 2023 al festival di Cannes, mica per niente.