La Mediazione Familiare
Il lavoro sulla genitorialità
Chi è? Il mediatore familiare è una figura professionale che gestisce un percorso per la riorganizzazione delle relazioni familiari quando le parti in gioco non riescono autonomamente ad attivare le loro naturali capacità di "mediazione", proprio per il livello di escalation a cui il conflitto è giunto.
Il mediatore, equi-vicino e terzo rispetto alle parti, accoglie la sofferenza dei soggetti coinvolti per permettere un cambiamento generalizzato sia della loro relazione sia dell’organizzazione della loro vita quotidiana nell’affidamento e nella gestione organizzativa del figlio/i.
Per chi? La mediazione familiare è un intervento di sostegno a tutte le situazioni familiari che attraversano una fase di conflittualità presente (o passata) non risolta.
Il percorso di mediazione interviene in situazioni di conflitto dopo una separazione/divorzio o al termine di una convivenza, per quelle che si sono già separate e devono rivedere i loro rapporti patrimoniali, sul mantenimento, sull’affidamento o sulla gestione logistica dei figli, anche alla luce di un nuovo avvenimento nella vita dell’uno o dell’altro ex coniuge, nell’ottica di (re)imparare a comunicare in maniera costruttiva ed efficace (… non è mai troppo tardi!), oppure semplicemente in relazione a momenti pervasivi altamente conflittuali tra genitori e figli, nonni, zii (mediazione familiare intergenerazionale). Si può intervenire anche nei casi di conflitti nelle famiglie ricostituite o in situazioni di affido/adozione particolarmente conflittuali.
L’obiettivo è quello di accompagnare la coppia in fase di separazione a vivere costruttivamente la conflittualità, per arrivare a riorganizzare la vita genitoriale.
I “mediati” potranno così interrogarsi e mettersi in discussione: cambieranno prospettiva, approderanno a letture diverse del proprio e dell’altrui comportamento, metteranno in gioco le reciproche responsabilità educative, liberandosi dalla condizione penalizzante di genitori ed adulti irresponsabili.
In particolare, i partners potranno valorizzare le proprie funzioni genitoriali ed i figli trovare un luogo di ascolto e di accoglimento delle proprie istanze emotive.
Cosa? Nel concreto: si sposta l’attenzione dall’essere coniuge all’essere genitore e si offre alla coppia genitoriale un contesto strutturato, in autonomia dall’ambiente giudiziario, protetto dal segreto professionale, dove poter elaborare le dinamiche connesse alla separazione per raggiungere accordi pratici e duraturi sugli aspetti relazionali, affettivi, sociali ed economici connessi, principalmente, al ruolo genitoriale.
In quest’ottica il lavoro di mediazione si configura come un intervento sulla genitorialità che la conflittualità ha reso debole ed insicura.
Come? Il percorso di mediazione non è psicoterapia di coppia e non è counselling di coppia, quindi ha un decorso temporale limitato (massimo 12-15 incontri).
In particolare, vengono trattati i seguenti argomenti:
- comunicazione ai figli e ai sistemi di riferimento della separazione;
- rielaborazione del tema della separazione e delle dinamiche connesse (es. elaborazione del lutto, della perdita e dell’immagine ideale dell’altro);
- la co-genitorialità nella quotidianità: stile educativo, continuità dei rapporti con le famiglie di origine, il ruolo dei nonni, scelte culturali (scuola, sport, religione, tempo libero dei figli, etc.);
- organizzazione della quotidianità;
- affido e tempi dei genitori;
- questione patrimoniale, divisione dei beni, collocazione abitativa;
- mantenimento del figlio;
- mantenimento dell’ex coniuge.
Il mediatore, con l’accordo delle parti, può richiedere la consulenza (es. di avvocati, commercialisti super partes) per definire alcuni aspetti specifici. Si possono peraltro prevedere, se i soggetti in gioco lo ritengono necessario, degli incontri di follow-up per valutare come vengono gestiti nel tempo gli accordi.
Perché? Il percorso di mediazione si pone come alternativa al percorso di "guerra giuridica"; permette di elaborare la separazione dal punto di vista psicologico, sociale, emotivo, introduce positività e speranza nel futuro.
La mediazione riattiva canali di comunicazione che l’escalation del conflitto aveva interrotto, pertanto facilita la comunicazione nel sistema familiare, al fine di ottenere degli accordi stabili, condivisi e duraturi.
La mediazione cambia le storie, introduce novità ed alternative possibili, legittima le posizioni di entrambi e favorisce l’acquisizione di modalità diverse per affrontare il conflitto.
Il risultato finale è il raggiungimento di modalità relazionali e di comunicazione efficienti e di accordi che potranno anche essere depositati in tribunale.
Attraverso la mediazione familiare le relazioni familiari saranno trasformate e non spezzate: sarà possibile allora guardare davvero al futuro con un’altra prospettiva.