Faremo quello che siamo

Io uso sempre la metafora dello zaino che ci portiamo alle spalle e del colore delle lenti con cui abbiamo scelto di guardare il mondo.

In buona sostanza: in parte abbiamo un’indole tutta nostra, che ci caratterizza nelle nostre mille idiosincrasie (attitudini, tendenze, preferenze, approcci, etc.) ed in parte siamo la somma di tutti i momenti che abbiamo vissuto fino ad oggi. 

E per descriverci ci vogliono i tre tempi: 

. il presente perché è qui e ora che ci confrontiamo con gli altri, esprimiamo le emozioni, i sentimenti, i pensieri che ci attraversano e le azioni che ne conseguono;

. il passato perché rappresenta le nostre radici;

. il futuro perché descrive i nostri obiettivi, i nostri progetti.

Se non vediamo il futuro alla luce di quello che siamo il presente crolla, se non conosciamo il nostro passato il presente perde di significato.

Alla fine, noi faremo quello che siamo.

Pensateci: la perla nasce da un errore, è un corpo estraneo che si è infilato nella parte molle dell’ostrica, che per difendersi produce un liquidino che lo ingloba strato dopo strato. Ci mette dai due ai cinque anni a formarsi. 

In questo momento vedo che molti pensano al futuro con quell’ansia del calendario che avanza minaccioso e incognito.

L’ansia ora è legata al nuovo: il non ritrovarsi in questo pezzo di mondo così diverso, nel lavoro, nelle relazioni. Di perdere i soldi, di essere inadeguati alla velocità dei cambiamenti imposti.  

Volete sapere che cosa succederà DOMANI?

Azzardo, senza palla di vetro, come sempre:

- chi non placherà la propria ansia diventerà più egoista del solito, così starà peggio lui e farà stare peggio chi gli è accanto, non riuscirà a riordinare le idee e faticherà a fare qualcosa di utile: insomma, contribuirà al peggioramento della situazione generale, che alla fine gli si ritorcerà contro, com‘è ovvio che succeda. Si sbaglia più spesso quando si è troppo sicuri, quasi mai avviene il contrario; 

- chi cercherà di restare curioso e lucido, con uno sguardo positivo e solidale, evitando di farsi sopraffare dalle notizie, dalle promesse della Gianna di pareti e fiumi e dagli annunci di presagi nefasti, potrà so-stare sui limiti che è riuscito a superare nel suo passato, anche quello più recente. Ma soprattutto saprà riflettere su ciò che è diventato, senza autoprocessarsi troppo, ma progettando su questa base il suo (... il nostro!) domani.