Imparare a tirare il fiato (e a dire qualche no!)

 Ci siamo quasi.

La corsa ai regali è nel pieno del suo splendore (ma alzi la mano chi direbbe orrore 🤦🏻‍♀️...!)

Fermiamoci un attimo, tiriamo un respiro e facciamo un bel check sul riconoscimento emotivo che serve sempre - e poi ci sta un sacco in queste giornate! Come il cacio sui maccheroni, come il filo di perle sul tubino nero: un evergreen.

➡️ COME MI SENTO IN QUESTO MOMENTO?

➡️ E PERCHÉ MI SENTO COSÌ IN QUESTO MOMENTO?

 

Arrabbiatosto cercando di tirare fuori tuuutte le cose che non mi piacciono e di legittimare finalmente i miei diritti!

Stressatoi continui tentativi di tregua e le zone di bonaccia sono stati passeggeri, ora sento che le onde si fanno ancora alte. E vorrei dare il meglio di me, ma ammetto che l’incertezza pervasiva del momento storico che stiamo vivendo non mi aiuta.

Perso: non ho più quella capacità di capire dove è posizionata la linea del mio orizzonte, sento che è un periodo di cambiamento, ma non ho prospettive. Il momento confuso in cui ci troviamo mi fa sentire impantanata, in un tempo sospeso, nel quale ogni giorno provo ad inventarmi nuove certezze... sì, ma che fatica! 

 

Ascoltati un po’ e capisci quale sia l’emozione negativa preponderante.

🧘🏻‍♀️ Per ovviare al senso di affanno pervasivo, prendi nota di questo esercizio che ti aiuterà a... tirare un po’ il fiato!

Il buon proposito di oggi, innovativo e contro-tendenza: BASTA SPRECARE TEMPO PREZIOSO PER CHI NON LO MERITA!

I fioretti si fanno in Quaresima, occhei, ma io vado sempre un po’ al contrario e poi adoro il pensiero divergente!

E quindi:

➰ te lo propino nel periodo dell’Avvento; 

➰ è un fioretto che all’apparenza è un non-fioretto!

Il “prodigarsi” per il prossimo – la famiglia, il partner, un amico – è indubbiamente una qualità che tutti apprezziamo. “Il dare” e la capacità di aiutare gli altri sono caratteristiche che ci nobilitano.

Ma, apri bene le orecchie: tutto ha un limite, oltre il quale puoi farti del male senza rendertene conto. Di più: senza che l’altra persona lo apprezzi!

Asha Phillips, non importa se non sai chi è, ma ha contribuito in parte alla mia formazione, parlava dei famosi “NO che aiutano a crescere”.

Ecco. Colpito e affondato.

Carta e penna alla mano, ma vanno bene anche le note del cellulare: scrivi un elenco dei pensieri che ti muovono a proiettarti sempre e comunque verso il bisogno altrui, talora ancor prima che il tuo.

Ad es.:

  • Il Grazie! di un’altra persona, se faccio qualcosa di buono per lei, è come un balsamo per la mia insicurezza.
  • La mia autostima vacilla pericolosamente: fare qualcosa per l’altro mi fa sentire bene, operosa, indispensabile. Mi cercherà ancora se gli sono stata utile.
  • ...

Il punto è che la produttività non è incrementare più e più cose, ma solo quelle GIUSTE.

Siamo attorcigliati in una miriade di impegni, scadenze, necessità: sul lavoro e a casa, tra i devices che trillano, il bimby che borbotta, la lavatrice che suona al termine (ed è inutile correre subito, per almeno 15 lunghissimi secondi non si apre, l’hai mai sperimentata questa mia frustrazione quotidiana?!)

Non devi fare di più per farti “vedere”, apprezzare, considerare. Punta alla QUALITÀ, basta anche solo un gesto, uno, uno solo, per fare la differenza. La vera efficienza è qualitativa: smarca, rende liberi da distrazioni ed interruzioni continue. Ci sono IO, qui e ora.

Prendila come scusa per fermarti un attimo e coccolarti.

E’ vero: si naviga a vista ed occorre trovare equilibri inediti. Andare avanti, pur non sapendo come e cosa succederà.

Ma, per quale sia l’emozione nera che ti sta attraversando, non dovresti mai farti mancare il nutrimento – e parlo di affetto e motivazione, non di panettone con le gocce di cioccolato fondente!

Solo con quello riuscirai a ricalibrare gli obiettivi, ridefinire i metodi, definire le (nuove) regole.

E forse INSIEME, alleati, responsabili, solidali, ci scopriremo ancora forti e uniti, capaci e competenti.