"Devo molto a quelli che non amo"

 
Ora più che mai lucine e trilli e campanelli e pubblicità progresso ci impongono di fare, andare, sorridere, amare il nostro prossimo, riconciliarci con l’intero universo.
 
Spezzo una prima lancia per chi non lo sa fare così bene - o magari non ha semplicemente voglia di farlo. Proprio no, non adesso.
 
E ne spezzo una seconda per chi invece, in mezzo a tutto questo frastuono, ha bisogno di silenzio. L’immersione nella quiete, abbassare il volume dei bombardamenti vocali, dei rumori, delle informazioni incessanti. Cercare strenuamente di fermarsi, di prendere una pausa.
 
E lascio che a dire qualcosa sia una delle mie poetesse preferite. Meravigliosamente presente a se stessa, come sempre. 
 
“Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l'amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.
Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come un orologio solare,
capisco
ciò che l'amore non capisce,
perdono
ciò che l'amore non perdonerebbe mai.
Da un incontro a una lettera
passa non un'eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.
E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che si trovano in ogni atlante.
E' merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perchè mobile.
Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.
"Non devo loro nulla" -
direbbe l'amore
su questa questione aperta.“
 
(Wislawa Szymborska)