Due anni dopo

Due anni e un giorno fa.
Mattia ricoverato a Codogno.
L’inizio.

Le cose che ci ha insegnato questa pandemia?
Guardare avanti... ma non troppo avanti.
Un pochetto avanti.

E poi a smetterla un po’ con le promesse. Perché certe promesse hanno dovuto essere disattese: aperitivi, cene, concerti, viaggi.
Perché anche ogni più piccola decisione ha dovuto farci pronunciare, ameno nella nostra testa, la parola Covid.

Abbiamo visto l’ottimismo degli arcobaleni sventolare gaudente sui balconi, abbiamo fatto # improbabili auspicando una sintesi buona, sicuramente migliore di quella che è stata. Ok, non sarebbe stato immediato, forse neanche così indolore, ma sarebbe stato presto: l’importante? Impegnarsi responsabilmente, che ognuno facesse il suo piccolo pezzetto.

Abbiamo imparato a gestirci nell’isolamento, chi più, chi meno.

Abbiamo imparato a fare le pizze più buone della vita.

Abbiamo imparato a piantare salvia, calendule e narcisi sui balconi.

Abbiamo imparato ad approfittare di ogni squarcio di sole, di ogni refolo di vento, di ogni boccata d’aria.

Abbiamo imparato a manutenere la salute fisica, ma anche quella mentale.

Abbiamo imparato che magari non è ancora finita: solo, forse, sta diventando un po’ più ‘normale’. Togliamo le mascherine all’aperto con un filo di cautela, vediamo.

E per fortuna, dico: per fortuna, le giornate si stanno allungando.