Come posso mettere a tacere quella 'vocina' interiore?

Abbiamo nominato quel grillo parlante che tende a dirci ‘non ce la farai mai!’ e che abbiamo capito essere una cosa che vi attanaglia particolarmente perché finisce che cascate in quel ‘non fa per me’, ‘non sono portato’. Un grilletto denigratorio e lamentoso. Da un lato possiamo un po’ pensarlo come un ‘amico’ faticoso, che tendenzialmente frequenteremo poco e con il quale diraderemo le occasioni di incontro. (Della serie: ma chi ce lo fa fare?!) Dall’altro possiamo pensarlo come qualcosa che in definitiva ci appartiene - e questo già mi piace un po’ di più. Abbiamo usato la metafora del ‘condominio‘: eccolo là, il condomino polemico e rompipalle, ma che non si può sfrattare. Mi intriga allora rilanciarvela così: capite da dove arriva quella vocina - che altro non è che una vostra ‘regola’ interiore (un freudiano ve la la chiamerebbe SUPER-IO! Uuuh che parolona!) - come, quando e dove l’avete fatta vostra. Vi riporta a qualcosa che vi veniva ripetuto spesso nel passato? A qualcuno che avuto a che fare con la vostra educazione? Pensate a cosa farne OGGI e soprattutto se per voi ha ancora un senso. Non è così? Allora si confeziona un bel pacchetto regalo, si ringrazia per l’intenzione, ma si restituisce. Davvero, provate a visualizzarlo, anche solo mentalmente, vi assicuro che è un esercizio con un enorme potere liberatorio!