... e se anche tuo figlio non fosse Tom Sawyer

I genitori spesso applicano ai figli gli stessi ragionamenti e i medesimi regolamenti che ritengono trasversalmente validi per tutti, ma tutti tutti eh, i BAMBINI in generale.
Quindi: costanti incentivi a giocare all’aria aperta, a socializzare con i coetanei, a mollare ‘santo cielo per una volta nella vita, il solito tablet o quel giochino virtuale!’ e ‘vai a farti una bella corsa, che qui l’aria è così buona!’
Io non dico che sia sbagliato eh, tutt’altro! Dico solo che andrebbe un po’ ‘visto’ (visto, non solo guardato) l’esserino che si ha davanti: di cosa ha bisogno davvero, LUI, proprio lui.
E’ un timido, un po’ introverso, ritirato, ama i giochi creativi in solitaria, magari gli piace leggere e viaggiare con la fantasia?
Calma, ecco.
Ci sono dei tratti di personalità che caratterizzano indoli di questo tipo, senza che ci sia nulla, dico: NULLA, di male.
Non deve essere per forza il nuovo Ronaldo, Fedez o il capobanda della cumpa.
E poi vi dirò di più, ma probabilmente lo sapete già: c’è una cosuccia studiata da cotanti esperti di psicologia sociale che ha il nome di ‘reattanza psicologica’: tanto complicata a dirsi, tanto facile a farsi. Si riferisce alla tendenza umana a ribellarsi alle limitazioni imposte alla propria libertà, sfidando proprio ciò che appare arbitrariamente vietato: cioè, ciò che è proibito, diventa, proprio per il fatto stesso di essere proibito, moooolto più attraente. Allora, miei cari genitori, anziché sfracassare il povero timidone un po’ riottoso al rischio e all’avventura, per un slancio di estroversione o una corsa sfrenata in canoa sul Trebbia con la canna da pesca e il lazzo alla Tom Sawyer, giocate strategicamente: la tattica consiste nell’invitare l’altro, in questo caso il vostro nanetto, a NON fare ciò che volete esattamente che faccia.
Vale (almeno) la pena tentare, no?!