Bortellina e novelle primule

Trattoria alla buona sulle colline per un tagliere veloce di pane e salame.

Al tavolo accanto, un padre che ad alta voce, con tono fintamente morbido, pieno di simpaticissimi vezzeggiativi, ‘ah, la mia bambina che diventerà una dottorina!’. La moglie debolmente, ‘eh, ma vedremo se si sente!’ 

Tralasciando il fatto che la bambina, dieci anni sì e no, era lì accanto, con il suo bravo cerchietto rosa e la felpa glitterata, mentre mangiava un bel piatto di pisarei col cucchiaio, in silenzio. Il padre, imperturbabile: ‘vedremo se non si sente. Vedremo se con più di 5000 € al mese nel portafoglio dirà che non si sentirà. Perché io lo dico per lei, eh, sia chiaro, perché voglio che mia figlia sia ricca e si possa mantenere, ma bene eh, mica da morta di fame. E così sì che sarà contenta.’ 

La moglie, sempre più flebile: ‘eh ma da qui a là, chissà…’ 

Lui, rivolgendosi alla bambina: ‘tu intanto ti iscrivi a medicina e poi puoi decidere se curare le persone o gli animaletti perché tanto la facoltà è sempre quella: per curare gli animaletti basta che ti fai una specializzazione. Scegli se curare quelli con due gambe o quattro zampe!’ Segue grassa risata. 

Vabbè, con buona pace dell’ignoranza becera, il vassoio della bortellina che avevo da parte rischia di spiccare il volo (che poi sarebbe stato un peccato perché era pure buona), se non che la bambina, con una vocetta tintinnante: ‘la mia maestra dice che devo dar sfogo alla mia creatività. Io voglio fare la pittrice o la cuoca. E poi papà, un conto sono i consigli, un conto sono gli obblighi.’

Me ne sono uscita a camminare nei boschi e il pensiero di quella risposta mi ha fatto guardare le novelle primule con gli occhi sorridenti.