La relazione con un narciso (e non è "Fiori con la N")

Mi sono immaginata più volte di intervistare un profilo narcisista, uno di quei bei narcisoni che creano forme inequivocabili di dipendenza e mietono vittime come spighe di grano, penso soprattutto al/alla partner.
Difficile, ma non inimmaginabile: anche se in terapia sovente mi arriva la vittima, non il carnefice.
Potrebbe suonare più o meno così:
(...)
Psy: ‘Perchè ti senti di mettere in campo questo tipo di agiti?’
Narci: ‘Io ho bisogno che qualcuno abbia bisogno di me, ecco cosa. Ho bisogno di qualcuno per cui essere indispensabile.’
Psy: ‘E come ti immagini che sia questo qualcuno?’
Narci: ‘Una persona solare, empatica, bella fuori e dentro. Una sfida da conquistare. E che si divori tutto il mio tempo libero, il mio ego, la mia attenzione.’
 
Care, carissime vittime, nell’esortarvi a chiedere aiuto e a non pensare che quella cosa lì sia ‘amore’, vi condivido la miglior poesia trovata fino ad ora contro la dipendenza affettiva: 

«Taci, nasconditi ed occulta
i propri sogni e sentimenti;
che nel profondo dell’anima tua
sorgano e volgano a tramonto
silenti, come nella notte
gli astri; contemplali tu e taci.

Può palesarsi il cuore mai?
Un altro potrà mai capirti?
Intenderà di che tu vivi?
Pensiero espresso è già menzogna.
Torba diviene la sommossa
Fonte: tu ad essa bevi e taci.

Sappi in te stesso vivere soltanto.
Dentro te celi tutto un mondo
d’arcani, magici pensieri,
quali il fragore esterno introna,
quali il diurno raggio sperde:
ascolta il loro canto e taci!»

(Silentium! di Fëdor Tjutčev)

 

Vedi anche: https://www.silviatizzonipsicologa.it/parliamo-di/spunti-di-riflessione/il-disturbo-narcisistico-di-personalità-il-vampiro-delle-relazioni.html