I sogni sono le cose da cui ci si risveglia

Ritorno al futuro. C’è grande differenza tra le aspettative dei giovani di oggi e quelle degli adolescenti negli anni 60-90. Eppure nel 19° secolo non sono mancati periodi di grave crisi economica, l’inflazione galoppante che ha caratterizzato gli ultimi 30 anni del '900 o il ricordo del prelievo forzoso che venne effettuato dai conti correnti degli italiani nel 1992 per sanare il deficit dello Stato.
Eppure, nonostante le evidenti difficoltà, i giovani di allora avevano una aspettativa positiva rispetto ai millennials odierni.
La comparazione dei dati è terribile. Se si interrogano gli under 25 di oggi, solo il 20% nutre fiducia verso il futuro, appena il 15% si vede tra 10 anni con un lavoro stabile, il 42% pensa che per avere fortuna dovrebbe emigrare fuori Italia, anche se non è detto che lo faccia. 
I sogni, tarpati come le ali di un cardellino in gabbia.
Non smettete mai di chiedere ai vosstri figli cosa pensano, per oggi e per il loro domani, educateli al pensiero creativo, all'immaginazione positiva.
Fateli sognare, ancora e ancora.
 
Da "Cattedrale"
di Raymond Carver
 
‘Una volta, quando andavo ancora al liceo, una delle psicologhe mi ha convocato nel suo ufficio. Lo faceva con tutte le ragazze, una alla volta. ‘Qual è il tuo sogno?’, mi ha chiesto. ‘Che cosa immagini che farai, da qui a dieci anni? O Venti?’ Allora avrò avuto sedici, diciassette anni. Ero ancora una ragazzina. Non sono riuscita a pensare a una risposta. Sono rimasta seduta là come un sacco di patate. La psicologa aveva suppergiù l’età che ho adesso. E secondo me era già vecchia. E’ vecchia, ho pensato tra me e me. Mi rendevo conto che aveva vissuto già metà della sua vita, lei. E avevo la sensazione di sapere una cosa che lei non sapeva. E non avrebbe mai saputo. Un segreto. Qualcosa che nessuno doveva sapere e neanche parlarne. E così sono rimasta zitta. Mi sono limitata a scuotere la testa. Mi sa che mi avrà classificato come una un po’ tonta. Però, proprio non riuscivo ad aprir bocca. Sa cosa voglio dire? Credevo di sapere cose che lei neanche si immaginava. Se qualcuno mi facesse quella domanda adesso, sui miei sogni e tutto il resto, gli risponderei’.
‘E che gli diresti, tesoro?’ Ora le ho preso l’altra mano. Ma non le sto facendo le unghie. Gliela reggo e basta, in attesa di ascoltarla. Lei si tira avanti sulla poltrona. Cerca di riprendersi la mano.
‘Che gli diresti?’
Sospira e si appoggia allo schienale. Lascia la mano tra le mie.
‘Direi: ‘I sogni, be’, sono le cose da cui ci si risveglia’, ecco che cosa direi’. Si liscia la gonna sulle gambe. ‘Se qualcuno me lo chiedesse, direi proprio così. Ma nessuno me lo chiederà più’. Tira un altro sospiro. ‘Allora, quanto manca ancora?’, chiede.