Gli anatroccoli che diventano cigni

Tra una quindicina di giorni sarà il primo giorno di scuola superiore per una giovane paziente a cui sono particolarmente affezionata.

Solo un pensiero per questa adolescente che sta sbocciando sotto i miei occhi. 

Il mio augurio migliore è quello di volare, di starci, di apprendere, di migliorare, di raffinare pensieri ed emozioni, di giocare, di rotolare, di rialzarsi, di guardare le cose sottosopra, di provare, di sbagliare, di staccare il cordone ombelicale dalla madre, in fondo colei che per prima l’ha ospitata, la ‘proprietaria originaria’ del corpo: ecco perché l’adolescenza è una sorta di seconda nascita.

In questa fase evolutiva letteralmente si rinasce: con la spinta propulsiva all’autonomia, con le sperimentazioni del se’ e nell’incessante ricerca identitaria (outfit, capelli, piercing, tatuaggi), con le innumerevoli potenzialità a disposizione (creative, affettive, culturali), con le relazioni, quelle tra i pari e con gli adulti principali di riferimento. Che l’anatroccolo diventi un bellissimo cigno!

... E buona scuola allora, anzi buonE scuolE!

Perché ogni scuola, come ogni famiglia, ha il proprio funzionamento: nozionistico, ma soprattutto emotivo, evolutivo e dinamico. Un modo d’essere e di porsi che dipende dal contesto e da mille altre variabili. 

E non sto parlando semplicemente di indirizzi di studio: sto pensando a ‘culture’ estremamente differenti, anche se magari geograficamente limitrofe. Culture affettive, per citarne solo un esempio: nella relazione con la dirigenza, con gli insegnanti, con i pari.

Ogni scuola è un mondo a se’, ogni scuola può essere (o non essere) un’ottima occasione di accrescimento.